L’impianto di accumulo di elettricità riparte a Pegognaga dopo due anni di stop
È ripartito dopo oltre due anni di stop il progetto per creare alla periferia di Pegognaga il sesto maxi-impianto italiano d’accumulo elettrochimico a ioni di litio. Si tratta di un sistema per immagazzinare, attraverso batterie a ioni di litio, l’energia in eccesso generata dagli impianti rinnovabili che hanno una produzione non costante, per poi utilizzarla nei momenti di richiesta superiore alla offerta.
L’iter autorizzativo
Un’opera di pubblica utilità che deve essere autorizzata dal ministero della Transizione ecologica, d’intesa con la Regione. A fine ottobre 2023, la Lombardia aveva dato il proprio parere positivo al progetto presentato dalla ditta Italy Solar Generation One Limited. In sostanza si tratta di una serie di grandi batterie posizionate all’interno di container e collegate alla rete attraverso un elettrodotto interrato di circa un chilometro.
Nella propria autorizzazione, la Regione aveva imposto alla ditta di procedere contestualmente a interventi di riqualificazione naturalistica in aree del territorio pegognaghese per compensare la perdita di funzione ecologica «prodotta dall’occupazione del suolo libero» .
Il bosco
In realtà, come si è scoperto dopo, il terreno individuato, non era libero, così come indicato nel progetto, ma occupato da un bosco spontaneo di oltre 2mila metri quadri. Mentre il Comune, ribadendo il concetto nella propria delibera di parere non vincolante (la procedura è nazionale) ha confermato di volere una ripiantumazione in ragione di un albero ogni pianta tagliata, alcuni cittadini hanno segnalato che la ditta, che aveva in mano l’autorizzazione regionale e l’ok della Sovrintendenza, stava procedendo all’abbattimento di alcune piante.
Cosa che non è sfuggita ai carabinieri della Forestale che, nel corso di un sopralluogo hanno constatato l’assenza di autorizzazione paesaggistica per il taglio del bosco. Da qui il sequestro del terreno, convalidato dal Tribunale ed una denuncia per “distruzione o deturpamento di bellezze naturali”.
Tutto l’iter si è quindi fermato, salvo riprendere nei mesi scorsi quanto alla Provincia è stato presentata la richiesta di autorizzazione paesaggistica, quella che mancava nella “falsa partenza“. La richiesta è stata inviata per conoscenza anche al Comune.
Al momento la Provincia ha convocato la Commissione paesaggio che ha chiesto alla ditta l’integrazione di documentazione. Se l’iter procederà, servirà ripresentare il progetto aggiornato.