Nel 2026 i bersaglieri torneranno a Trieste: il raduno coinvolgerà l’intera regione
TRIESTE Nell’attesa della ricorrenza del suo centenario, una delegazione dell’associazione nazionale bersaglieri, sorta il 30 giugno 1924 a Bologna, è stata accolta lunedì mattina dal sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, nel salotto azzurro del palazzo comunale.
La folta delegazione era guidata dal presidente regionale, generale Giuseppe Iacca, con lui le rappresentanze delle sezioni provinciali di Gorizia, Udine e Pordenone e di altre sezioni provenienti dal territorio regionale, ciascuna con il proprio labaro.
La tappa triestina fa parte di un viaggio dell’associazione lungo tutta l’Italia grazie all’ausilio delle proprie rappresentanze regionali, assieme al medagliere del Centenario e le pagine che costituiranno il “Libro della Testimonianza A. N. B. ”, due oggetti simbolici che al termine delle celebrazioni saranno custoditi a futura memoria presso il Museo nazionale dei Bersaglieri di Porta Pia a Roma.
Sul libro è stata apposta lunedì la firma del primo cittadino che ha invitato la delegazione a ritornare a Trieste quanto prima per il proprio raduno nazionale.
«Lo faremo nel 2026 – questa la risposta del generale Iacca – in quello che sarà una raduno che coinvolgerà l’intera Regione. Come “campo base” sceglieremo Lignano, da dove partiremo per eventi in ogni capoluogo del Friuli Venezia Giulia e quindi anche a Trieste».
Dopo la firma della pagina che andrà ad arricchire il “Libro della Testimonianza A. N. B.” la delegazione ha ricevuto in dono dal Comune lo stemma ufficiale della città.
«Non bisogna dimenticare quanto hanno significato i bersaglieri per Trieste – ha aggiunto Dipiazza – oltre al fatto che, in un momento come questo caratterizzato da forti tensioni internazionali, non dobbiamo dimenticare tutte le forze armate attualmente impegnate in missioni di pace e il loro ruolo cruciale per il mantenimento della stabilità e della sicurezza globale. L’associazione nazionale bersaglieri, attraverso il suo impegno continuo e la sua presenza nelle cerimonie commemorative, dimostra non solo un rispetto per la storia dell’Italia e di Trieste, ma anche una grande reattività nelle emergenze attuali». —
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