La chiesa di Sant’Antonio violata a Trieste: «Serve un cancello a scomparsa»
TRIESTE «Non vuol essere una chiesa che si barrica, ma che si custodisce e si preserva», chiarisce subito monsignor Roberto Rosa, parroco di Sant’Antonio Taumaturgo. Premessa indispensabile, la sua, per capire il senso di una proposta che, a quanto pare, prima o poi potrebbe diventare concreta: installare un’inferriata, una sorta di grande cancello, tutt’attorno al pronao. Il motivo? Evitare che di sera e di notte, tanto l’ingresso quanto la parte del colonnato, si trasformino in luoghi di bivacco pubblico in cui tutto è permesso.
I resti, fino a poco tempo fa, erano ben visibili di mattina: bottiglie di vetro rotte, lattine, sporcizia, vomito, urina ed escrementi. Sugli angoli, per terra e pure sui muri. C’era chi spegneva le sigarette sulla porta. Negli ultimi mesi era questo che succedeva: ne sanno qualcosa il sacrestano e lo stesso parroco che, stufi di dover pulire ogni santo giorno, alla fine avevano deciso di ripescare le transenne mobili e piazzarle dopo l’ultima messa serale. Soluzione provvisoria, però, ed esteticamente poco armoniosa rispetto alla bellezza architettonica dell’edificio.
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La mozione
Di qui la sortita del mariano Salvatore Porro, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, notoriamente attento alle questioni di chiesa. E in questo caso il Comune di Trieste è proprietario dell’immobile. Porro sta preparando una mozione da portare in aula per invitare la giunta a valutare la costruzione di una protezione ad hoc sul modello della vicina chiesa della comunità serbo ortodossa, che dispone di un grande cancello bianco, alto circa tre metri, che circonda l’intero luogo di culto. «Questo ovviamente in accordo con la Curia e la Soprintendenza», ci tiene a sottolineare il consigliere eletto con Fratelli d’Italia. «Parliamo di un luogo sacro che non può essere oggetto di vandalismo e atti osceni. C’è chi ha scambiato il pronao per un gabinetto pubblico. Questo è inaccettabile».
La proposta piace al parroco, monsignor Rosa. «Penso che questa sia una buona idea. Sarebbe opportuna un’inferriata sotto i gradini e a “scomparsa” – precisa – in modo che di giorno non sia visibile e che sia azionabile soltanto di sera». Andrebbe quindi installato un sistema elettronico. «Esattamente, così non si va a intaccare l’originalità architettonica della chiesa».
Il passaggio alla Soprintendenza
Un intervento del genere necessita naturalmente dell’approvazione della Soprintendenza, anche perché l’edificio (così come la piazza antistante, su cui pesa pure un vincolo paesaggistico) è sottoposto a tutela: si tratterebbe di un’autorizzazione monumentale ai sensi dell’articolo 21 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, oltre a una valutazione sull’ammissibilità dell’operazione.
Il sindaco Roberto Dipiazza per il momento intende rafforzare la vigilanza nella zona: «Ora ci sono due cantieri nella piazza – spiega – quando saranno finiti i lavori, più che i cancelli farò mettere la sorveglianza. Anche perché ora gli agenti della Polizia locale sono armati e possono lavorare anche negli orari notturni. Per quanto riguarda l’inferriata, invece, credo che difficilmente la Soprintendenza concederà l’autorizzazione. In linea generale, però, ’sta gente che si comporta così in un luogo sacro va educata. C’è gente che non ha alcun rispetto».
La maggioranza
La mozione del consigliere di Fratelli d’Italia, prima ancora che l’esame della Soprintendenza, per passare dovrà comunque trovare la convergenza del resto della maggioranza. «Ritengo utile che vada aperta una riflessione sulla situazione che si è creata davanti alla chiesa– osserva il capogruppo di Forza Italia Alberto Polacco – il parroco ha avuto ragione a intervenire con le transenne per contrastare il degrado. Analogamente a quanto attivato per altre parti della città in cui si verificano problemi rilevanti di ordine pubblico e di tutela del decoro urbano, vadano organizzati controlli costanti da parte delle forze dell’ordine coordinate dal Prefetto. Vanno assolutamente contrastati questi comportamenti di deturpamento dei luoghi pubblici, tanto più se sacri. Ora possiamo anche disporre della collaborazione con la vigilanza privata – ricorda Polacco – è uno strumento da utilizzare».
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