A Venezia cresce il ricorso ai privati per diagnosi e riabilitazione. La Cgil: «Serve mobilitarsi»

Attività di laboratorio, per i più diversi esami clinici, per l’88 per cento in mano alla sanità pubblica. Ma diagnostica e riabilitazione sempre più forniti dal privato. Per quasi 2 milioni di prestazioni ambulatoriali fornite dalla sanità nel 2022 (ultimo dato disponibile) nel territorio dell’Ulss 3 , le prestazioni private sono cresciute il doppio di quelle del pubblico.

Più 3,1 per cento per il privato; più 1,4 per cento per il pubblico. Su dieci prestazioni ambulatoriali, quasi il 30 per cento sono oggi fornite da strutture private accreditate. I dati, forniti dalla Cgil metropolitana di Venezia, confermano l’aumento costante del ricorso ai privati. In particolare, nella diagnostica, nel 2022 le prestazioni sono calate del 21 per cento nel pubblico mentre sono aumentate del 17 per cento presso i privati accreditati.

«I dati sulle prestazioni private evidenziano come una parte importante delle attività sanitarie sia stata consegnata alle strutture private. Emerge come l’attività di riabilitazione sia ormai saldamente nelle mani del privato, a discapito delle strutture pubbliche. Questa è stata una scelta politica precisa che ha consegnato questa attività, così importante e delicata, nelle mani delle strutture private», evidenzia ilsegretario generale della Cgil Veneziana che analizza uno dei settori dove maggiore è la spinta verso il privato.

«Un’ attività ben remunerata che nei fatti il pubblico sta dismettendo facendo mancare un tassello fondamentale nel percorso che risponde ai bisogni di salute dei cittadini. La crescita dell’attività diagnostica fa emergere come anche la fase propedeutica alle prestazioni specialistiche si stia gradualmente spostando sul privato», analizza Giordano.

«Questo è determinato dai vergognosi tempi di attesa delle prestazioni, le fantomatiche liste di galleggiamento che certificano la necessità di aumentare gli investimenti e il personale nella sanità pubblica. Come Cgil», conclude Daniele Giordano, «saremo in campo nelle prossime settimane perché c’è la necessità di costruire una mobilitazione nazionale con tutti i soggetti sociali e sindacali che hanno a cuore la difesa e il rilancio della sanità pubblica». Che passa per maggiori investimenti e assunzioni di personale.