Salvò tre giovani da un rogo, addio al nonno eroe. Lutto a Portogruaro
È morto per gravi problemi respiratori Nello Nadalin Zanon, il nonnino di 92 anni che il 7 giugno scorso, in via Nosedo, nel rione periferico di Ronchi a nord di Portogruaro, sfidò le fiamme in un drammatico incendio per salvare due fratelli di 19 e 14 anni, oltre a una 18enne. Ragazzi messi in salvo grazie all’intervento provvidenziale dell’anziano, munito di estintore. Lascia tre figli e quattro fratelli.
C’è molta amarezza, però, oltre al dolore per la scomparsa. «Nello» accusa il fratello Angelo «è morto anche per le esalazioni di quel maledetto rogo. In molti lo avevano indicato come un eroe, giustamente, per quanto aveva fatto. Ebbene, dopo le promesse iniziali, nessuna istituzione si è più ricordata di lui. E questo fa male».
Nello Nadalin Zanon era emigrato in Svizzera, dove aveva lavorato come fabbro. Poi era rientrato a Portogruaro e, dopo avere comprato un piccolo terreno, aveva costruito con le sue mani la casa di via Nosedo. Rimasto vedovo aveva voluto continuare ad abitare per qualche anno nella medesima abitazione, ma poi l’aveva trasformata, creando due unità abitative. In quella inferiore aveva continuato a vivere lui, mentre aveva venduto l’unità superiore a un’altra famiglia.
Il 7 giugno scorso un incendio si era sviluppato all’impianto fotovoltaico dopo un corto circuito. Al piano superiore c’erano i figli dei padroni di casa. A far compagnia ai ragazzi c’era la fidanzata del primogenito.
Alla richiesta di aiuto, Nello Nadalin Zanon era uscito dalla porta principale di casa sua e, notando il fumo, si era precipitato al piano superiore salendo le scale. Come lui stesso aveva raccontato era stato investito dal fumo e, al buio, aveva temuto di morire asfissiato. Aveva “sparato” tutto il contenitore dell’estintore che aveva con sé e poi era riuscito, attraverso un piccolo cono di luce, a riguadagnare l’uscita, soccorso poi dagli operatori sanitari del Suem. Sottoposto ad accertamenti in ospedale, era stato dimesso quasi subito. Successivamente era stato ospitato dalla figlia Francesca.
Nei giorni successivi all’intervento si era promesso di consegnare un riconoscimento all’anziano. Quella cerimonia non c’è mai stata. «Mio padre è stato dimenticato dalle istituzioni, mentre i ragazzi soccorsi lo avevano poi ringraziato» spiega Francesca Nadalin Zanon «I fumi del rogo? Non credo che da soli ne abbiano provocato la morte. L’adattamento a casa mia, il cambio dalla campagna alla città, sicuramente non gli hanno fatto bene».
I funerali saranno celebrati sabato 16 marzo alle 15.30 nel duomo di Sant’Andrea, esaudendo una sua ultima volontà. Nello Nadalin Zanon aveva chiesto che il suo funerale fosse celebrato nella chiesa in cui si era sposato.