Sguardi da Von Trotta a Pif e Ibrahima Lo. Ecco Incroci di Civiltà, una bussola del tempo
foto da Quotidiani locali
Viaggi indimenticabili. Lungo le pellicole cinematografiche, tra le pagine dei libri, ai margini delle storie per superare i confini di guerre e disparità. La regista tedesca Margarethe von Trotta, il giovane scrittore senegalese, ora veneziano, Ibrahima Lo, il volano della letteratura cinese rappresentato da Wang Anyi, le incursioni “marziane” di Pif. Saranno loro i protagonisti che accompagneranno affezionati e curiosi nei meandri della 17esima edizione di Incroci di Civiltà, in programma dal 10 al 14 aprile a Venezia.
La rassegna promossa da Ca’Foscari, che ha già ospitato in un’anteprima lo scorso febbraio lo scrittore americano Michael Cunningham, apre il sipario al Goldoni mercoledì 10 aprile (ore 17) con la regista tedesca Von Trotta, che verrà insignita del premio “Incroci-Musei Civici di Venezia” in dialogo con il critico cinematografico Paolo Mereghetti: il suo ultimo film, “Ingeborg Bachmann: Journey into the the Desert” verrà proiettato venerdì 12 al Rossini, insieme a Silvia Jop di Isola Edipo.
Sul tema portante del viaggio, in onore dei 700 anni dalla morte di Marco Polo, si tesse la storia di Ibrahima Lo, arrivato in Italia dal Senegal, sui barconi (giovedì 11). Pur avendo appena 23 anni, ha scritto la storia del suo viaggio in “Pane e acqua” (edizioni Villaggio Maori, 2021), ispirando Matteo Garrone nel film “Io, Capitano”.
Il festival vuole entrare nel cuore dei cambiamenti geopolitici: «La globalizzazione si è arrestata» riflette Antonio Marcomini, prorettore vicario di Ca’Foscari, stenta a ritrovare una dimensione internazionale che pone ancora di più la necessità di dialogo, serrato e vero, per promuovere i diritti delle persone».
Per capire il mondo di oggi, è ormai imprescindibile guardare verso Oriente. È attesa Wang Anyi, scrittrice cinese che vive a Shanghai, con lo sguardo rivolto ai cambiamenti sociali e al ruolo della donna in una città in continua crescita (giovedì 11, evento da confermare). La Cina è da scoprire anche in chiave culinaria: ci pensa Michael Zee, foodblogger, autore di “ZaoFan: Breakfast of China” (Bloomsbury), ogni ristorante recensito con un Qr code per “entrarvi” virtualmente (venerdì 12).
«Ci saranno 24 autori, da 15 paesi» afferma Flavio Gregori, direttore di Incroci di Civiltà «che dialogheranno sui temi più importanti per la comunità contemporanea».
Ormai giunto alla terza edizione, non mancherà il premio per l’editoria innovativa dedicato a Cesare De Michelis, che andrà all’editrice americana Fiona McCrae. «Quando Cesare ci ha lasciato nel 2018, ci siamo chiesti come mantenere viva la sua eredità» spiega Emanuela Bassetti, presidente Marsilio Editori, «ci siamo resi conto che in Italia mancava un premio dedicato agli editori, che sono custodi delle parole».
Novità, il premio Giovani Incroci insieme alla Fondazione Albero d’Oro alla giornalista francese Emilienne Malfatto, classe 1989. «Il viaggio viene declinato nel mondo femminile, le donne diventano protagoniste», sottolinea l’assessora veneziana all’Università Paola Mar.
Tornando agli incontri, spiccano Mauro Covacich che interpreterà il monologo “James Joyce” (giovedì 11), le scrittrici Kapka Kassabova e Federica Manzon, di Pordenone, che parleranno di confini e identità insieme a Piero Del Soldà (venerdì 12). L’ultimo atto toccherà domenica 14 a Pif, Pierfrancesco Diliberto, conduttore, regista, scrittore, che dialogherà con il filosofo bolognese Stefano Bonaga in un viaggio “Marziano”: di recente, Pif ha pubblicato un romanzo sull’amore al tempo degli algoritmi.
Il festival è realizzato insieme a Fondazione di Venezia, Comune, Marsilio e Muve. Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria dal 27 marzo: programma completo su www.incrocidicivilta. org.