Barcavelox pronto a entrare in azione, fra 2 mesi al via i controlli nei canali della Laguna
Entro due mesi il via ai controlli sulle velocità in laguna con il Barcavelox. Lo assicura il comandante della Polizia urbana Marco Agostini, dopo che la norma è stata inserita nel nuovo Codice della strada, approvato alla Camera e in via di approvazione al Senato.
Una norma specifica che potrebbe sanare la distrazione di anni, con norme “elastiche” e ricorsi contro le sanzioni sempre vinti dai trasgressori. Che autorizza ora all’uso degli strumenti per il controllo anche in attesa dell’omologazione.
E all’articolo 6 prevede la possibilità per le forze dell’ordine di controllare le imbarcazioni con i misuratori della velocità, proprio come avviene sulle strade con gli autovelox. Una norma attesa, finalmente andata in vigore. Che consentirà di mettere in funzione il nuovo grande sistema di controllo con centrale operativa al Tronchetto, pronto da tre anni e mai utilizzato.
«Dovremo revisionare le macchinette e le telecamere che sono ferme da tre anni», dice Agostini, «ma siamo pronti a partire». Prima era toccato ad Argos, sistema di controllo dall’alto costato due milioni euro e installato 15 anni fa. La telecamera registrava l’infrazione, le pattuglie intervenivano per contestare, fermando i natanti segnalati. Ma i ricorsi delle categorie venivano sistematicamente accolti. Finché il Comune ha deciso di sospenderlo. Adesso ci sono sistemi più sofisticati. Come il Mo.ma e il Si.sa. In ogni pontile Actv sono installate le telecamere che segnalano alla centrale operativa lo sforamento dei limiti di velocità.
Tolleranza di 10 chilometri orari, ma sicurezza di avere un controllo del traffico in laguna, sempre più senza regole. Sotto controllo il Canal Grande, ma anche i canali di grande traffico come il rio dei Tre Archi, rio di Noale e Santa Giustina, rio dei Mendicanti. Il canale della Giudecca sarà sotto l’occhio della Guardia Costiera.
E pattuglie con strumenti Barcavelox dovrebbero essere fisse nei punti nevralgici, San Giorgio Fondamente Nuove, canale dei Marani, Giudecca e Zattere. Basterà per fermare un moto ondoso che sta distruggendo le pietre della città, le sue rive e le fondamenta delle case? Forse no, se alla repressione non si aggiungerà l’educazione di chi va in laguna. Le categorie (tassisti e trasportatori) dovrebbero essere i primi controllori di se stessi. Con sanzioni a chi viola le regole e compromette l’immagine dei tanti che invece le osservano. Corsi nelle scuole, voga a cura delle società remiere.
E una revisione del Piano del Traffico, fermo da decenni. Che stabilisca il diritto di tutti a navigare, e lavorare sull’acqua, rispettando però le regole per la sopravvivenza della città e del bene comune. Alcuni limiti di velocità (5 chilometri l’ora) sono obsoleti e difficili da rispettare, altri (20 chilometri) esagerati. Le barche in ferro non hanno limiti di accesso nei canali, come i motoscafi nonostante i “rii blu”, riservati alle barche a remi, anch’essi ormai da rivedere. Poche regole chiare ma da rispettare insomma. Altrimenti anche l’estate del 2024 sarà – dal punto di vista del moto ondoso – un disastro.