La mostra a Venezia si rivela una truffa. Opere e soldi scomparsi assieme al finto gallerista
La denuncia dell’artista Luisa Pineri che doveva esporre alla Context Art Gallery a San Basegio: ha perso oltre 20 mila euro. Nella rete dell’imbroglio erano già finiti pittori e scultori stranieri
Ha trasformato la truffa in una perfomance, ma la truffa c’è tutta. Dopo alcune ore di rabbia e delusione, l’artista Luisa Pineri si è decisa ad andare fino in fondo denunciando il finto gallerista che è sparito con 500 euro e 21 opere dal valore di circa 20 mila euro. Chi passa in questi giorni davanti alla presunta Context Art Gallery a San Basegio 1645, vicino alle Zattere, troverà una porta ricoperta di (finti) soldi dorati con la scritta «Fake Gallery» e il volto del presunto truffatore.
Venerdì 29 marzo è stata una giornata dura per Luisa Pineri, 51 anni, che aveva lavorato tantissimo per quella che doveva essere la sua prima mostra personale, coronata dalla concomitanza con la Biennale. Quello che doveva essere un sogno è svanito, trasformandosi in una dura e cruda realtà: il gallerista al quale si era affidata per esporre è letteralmente sparito e non risponde più al telefono. «Sembrava un professionista, anche se con il senno di poi leggo tutti i fatti con altri occhi», racconta l’artista che ieri non si è data per vinta e ha reso nota la storia che l’ha vista al centro di quello che ha tutta l’aria di essere un imbroglio.
Tutto è cominciato durante la pandemia, quando Pineri cercava di coltivare comunque delle speranze per il suo futuro da artista. «L’ho conosciuto via mail ed è stato molto gentile» racconta. «Mi sembrava anche molto preparato e ci siamo messi d’accordo che gli avrei dato delle opere da esporre in alcune fiere per 300 euro». Così è stato. Pineri lo ha anche raggiunto alla fiera di Cremona e a quella di Pavia. «A Pavia mi ha detto che quelle opere, realizzate in chiaro, avrebbero funzionato e che avrebbe potuto curarmi una mostra personale in uno spazio a Venezia». Pineri si fida e si mette a lavorare sodo per la sua mostra che si sarebbe chiamata “Lo spazio dorato”.
«Mi ha detto che lavorava per la Context Art Gallery di Padova, ma che siccome era difficile arrivare in centro in auto potevo portargli le opere in un posto fuori dove ci siamo trovati». L’incontro va bene, c’è anche il fratello di Luisa. Poi però, più si avvicina la data della mostra, meno il gallerista si fa trovare. A quel punto Pineri inizia a cercare informazioni su di lui in rete e trova decine e decine di segnalazioni e denunce fatte da artisti stranieri che avvisavano che l’uomo era un truffatore. «Forse sono la prima vittima italiana», ha detto ieri, «Voglio essere anche l'ultima e lo denuncerò. Chiedo di trovare le mie opere, ci ho messo l'anima per realizzarle».