Da San Donà alla Puglia. Ritornano a casa le ceneri del partigiano Corritore
Era sepolto in una piccola urna al cimitero di San Donà dal 1944, quando fu fucilato durante la seconda guerra mondiale. Si era unito ai partigiani del basso Piave Matteo Corritore, che era arrivato nel Sandonatese dall’altro capo dell’Italia con l’esercito. Il sindaco di San Giovanni Rotondo, provincia di Foggia, Michele Crisetti, ha scritto al sindaco di San Donà, Alberto Teso, per chiedere i resti mortali di questo ragazzo che presto torneranno finalmente in Puglia.
Torna a casa Matteo, da allora, 9 agosto del 1944, sepolto nel nostro cimitero comunale, riesumato nel 1959 e posto in una cassettina conservata dall’amministrazione comunale nella cripta del cimitero assieme ai caduti della seconda guerra. Le ricerche degli storici pugliesi sono partite dalla Puglia e dal paese di Padre Pio per giungere fino alle rive del Piave.
«Sono stato contattato dal sindaco di San Giovanni Rotondo», ricorda Teso commosso e orgoglioso di aver potuto dare il suo contributo e quello della città, «ancora qualche mese fa. Mi ha raccontato di questa storia, scoperta da un ex sindaco del suo paese, appassionato di storia, che è risalito alla fine di Matteo Corritore e la sua triste avventura fino a San Donà, dove ha perso la vita. Dopo molte ricerche, abbiamo ritrovato l’urna funeraria. Sono ora in attesa di definire, assieme al collega sindaco di San Giovanni, come celebrare questo postumo ricongiungimento di un giovane col suo paese natale e i suoi familiari».
Matteo Corritore, o Corridore a causa di un errore anagrafico, nacque a San Giovanni Rotondo il 17 luglio 1920. Sebbene sposato con Lucia Cisternino il 29 dicembre del 1940 fu arruolato ugualmente e morì fucilato dai nazifascisti il 9 agosto 1944 a San Donà. Del suo estremo sacrificio, come rappresaglia per la morte di un fascista, ha scritto anche Morena Biason nel libro “Un soffio di libertà. La Resistenza nel Basso Piave”.
Nel corso di un’azione partigiana furono catturati dalle truppe nazifasciste il 7 agosto, tre partigiani, tra cui Corritore, durante un conflitto a fuoco a Musile di Piave. Corridore e Agostino Visentin furono sottoposti a interrogatorio, torturati e, infine, fucilati a San Donà nei pressi del Municipio. Martiri che con il loro sacrificio hanno contribuito alla liberazione dell’Italia dalla dittatura. Ora il sindaco Teso vorrebbe organizzare il trasferimento delle spoglie per il 25 aprile, anniversario della Liberazione.