A Mantova solo uno studente su cinque eccelle nelle conoscenze scolastiche

I ragazzi a scuola tra alcune luci e molte ombre. È il quadro che delineano i primi risultati dei test Invalsi dell’anno scorso, le prove annuali di valutazione degli studenti di elementari, medie e superiori circa i loro livelli di apprendimento e di preparazione. Dai pochi dati finora trapelati risulta che sono pochi gli studenti mantovani che hanno dimostrato un rendimento super, o meglio, come dicono i test, quelli che si sono dimostrati “cognitivamente eccellenti" al termine sia del primo che del secondo ciclo di studi.

Le eccellenze

Per quanto riguarda le primarie e le secondarie di primo grado (le vecchie elementari e medie) i mantovani eccellenti sono il 23,6%, quasi uno su quattro, un dato che pone la provincia al settimo posto tra le dodici lombarde. Dietro restano Pavia (23,5%), Lodi (22,7%), Brescia (22,5%), Cremona (21,3%) e Lecco (20,1%). La media nazionale è del 20,1%. L’altra faccia della medaglia è che più del 76% degli studenti mantovani sembra non avere maturato le conoscenze per eccellere e deve accontentarsi di risultati medi, con un 38-40% tra di loro al di sotto dello standard normale di preparazione. Stesso discorso nelle scuole superiore. Qui a Mantova i cognitivamente eccellenti al termine del ciclo di studi sono il 20,1%, settimi nella classifica regionale.

In Lombardia

Dietro ci sono Cremona (19,2%), Varese (19,1%), Pavia (16,9%), Lodi (16,5%) e Lecco (10,9%). La consolazione è che si è molto al di sopra della media nazionale, calcolata in 13,3%. Resta il fatto che tra l’80% dei restanti studenti circa la metà non ha raggiunto un livello di competenze adeguato. Un altro dato interessante che emerge dai test Invalsi è la percentuale della cosiddetta dispersione implicita ed esplicita. Nel primo caso di tratta degli studenti che hanno abbandonato gli studi con al più il titolo di scuola secondaria di primo grado o qualifica biennale e non frequentano corsi scolastici né svolgono attività formative. A Mantova sono il 9,4%, il dato più alto dopo il 10,1% di Pavia. La dispersione implicita (chi ha conseguito un titolo di studio ma oltre i termini di tempo stabiliti) interessa, invece, il 2,2% dei mantovani: un dato molto basso, molto al di sotto della media nazionale dell’8,7% (in Lombardia Mantova è settima).

Si può migliorare

Francesca Iannetti, dirigente dell’istituto comprensivo 2 di Mantova, tra le cui scuole figura la media Bertazzolo, si sofferma sugli alunni cognitivamente eccellenti del primo ciclo: «Il dato _ dice _ è migliorabile anche se ci vede tra i primi dieci in Lombardia. Ma _ osserva _ nelle materie Stem, cioè le discipline scientifiche, esiste un gap con l’Europa. Negli ultimi anni la scuola lombarda si è data da fare, un grosso aiuto è arrivato dal fatto che ha potuto attingere ai fondi europei, prima riservati a zone più svantaggiate. Ha partecipato ai bandi con progetti che hanno superato i vecchi metodi di apprendimento e messo a disposizione strumenti tecnologici che hanno svecchiato la scuola. È stato, dunque, un vero input al miglioramento dell’apprendimento e alla fine del primo ciclo abbiamo assistito a un aumento delle performance degli studenti. Ma guai ad abbassare la guardia».

L’università

Più critico il giudizio di Marco Belfanti, docente di Storia economica e coordinatore dei corsi dall’università di Brescia a Mantova: «In Lombardia _ dice _ siamo deboli. Solo che essendo la nostra una regione avanzata facciamo bella figura con il resto d’Italia. Non sono entusiasmanti i dati sulle eccellenze; avevo sperato che ci potessimo presentare meglio a livello lombardo. È basso il dato di chi fa fatica ad andare avanti, e questo è positivo. Però non va dimenticato che disputiamo un campionato d’eccellenza a parte. Insomma _ conclude il docente universitario _ non c’è da vantarsi». Per Roberto Capuzzo, dirigente dell’istituto Bonomi Mazzolari, si tratta di «dati lusinghieri e anche un po’ sopra la media regionale. Anche se si può far meglio. Per quanto riguarda la mia scuola, abbiamo un trend in crescita».