Il Super Bowl è ancora dei Kansas City Chiefs: dinastia in corso
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foto da Quotidiani locali
Dinastia in corso. I Kansas City Chiefs battono 25-22 i San Francisco 49ers a Las Vegas e bissano il titolo dello scorso anno. Il loro terzo Super Bowl negli ultimi cinque campionati NFL. La doppietta consecutiva mancava da vent’anni quando a riuscirci erano stati i New England Patriots di Tom Brady e Bill Belichick, un’altra dinastia, non a caso.
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Patrick Mahomes e Andy Reid, quarterback fenomeno e coach geniale, hanno tutta l’intenzione di provare a insidiare i memorabili Patriots. Di sicuro sono già nella leggenda. Come è finita nella storia del football al fischio finale la partita della notte tra domenica e lunedì. Un match epico che ha riportato lo sport in primo piano dopo le moltissime chiacchiere a contorno tra gossip e cospirazionismo.
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Finale ai supplementari dopo rimonte e spettacolo. La seconda volta che un Super Bowl si chiude oltre i sessanta minuti regolamentari. E, guarda caso, i protagonisti del primo erano stati proprio i Patriots. Ma c’era anche Kyle Shanahan. L’attuale allenatore dei San Francisco 49ers, infatti, era coach dell’attacco degli Atlanta Falcons sconfitti da New England. Anche allora in rimonta.
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Partita difensiva tiratissima
Sì perché San Francisco a Las Vegas era andata avanti 10-0 inizialmente, in un match duro e difensivo come nelle attese, prima di subire il sorpasso dei Chiefs passati sul 13-10 a fine terzo quarto. Nessuna paura però per il giovanissimo Brock Purdy, terzo quarterback più giovane di sempre a partire titolare in una finalissima. Nuovo sorpasso.
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Con una sbavatura (tra le pochissime della gara dei californiani) che risulterà determinante. Per battere questi Chiefs devi essere perfetto, non si scappa. Il kicker matricola, infatti, si fa respingere il punto aggiuntivo e anziché scrivere 17-13 sul tabellone San Francisco deve accontentarsi di 16-13. Finestra a cui si aggrappano i campioni in carica. Kansas City impatta 16-16. Nuovo passo avanti dei Niners, con un secondo calcio da oltre 50 yard dello stesso Moody bloccato prima (nei Super Bowl precedenti solo 7 calci da oltre 50 yard erano stati segnati e il suo primo da 55 è record assoluto, fino a quando poco dopo il rivale Harrison Butker non ne infila uno addirittura da 57). A tre secondi dalla fine dei sessanta minuti si è di nuovo pari.
Servono altri 15 minuti di gioco
Si va al supplementare. E il copione si ripete. Un lunghissimo drive ben orchestrato da Purdy e dal running back Christian McCaffrey firma l’allungo 22-19. Mahomes però quando deve inseguire è semplicemente letale. La stampa americana lo chiama “Magic” per noi è più la reincarnazione footballistica di Michael Jordan: sono 9 vittorie e 2 sconfitte quando deve inseguire nei play-off all’intervallo. Ed è il terzo Super Bowl che vince pur finendo sotto di 10 punti nella partita. E mettendoci anche un piccolo errore, l’unico dei suoi playoff perfetti: un intercetto. Un pizzico di sale. Sì, perché nell’over time dopo un’altra serie di giocate incredibili a tre secondi dalla fine trova, manco a dirlo con una magia, Mecole Hardman in end zone per il touchdown del trionfo. Si chiude così la settima partita più lunga della storia della lega.
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Coach Reid resta sul trono e batte di nuovo Shanahan come nel 2020. San Francisco dovrà aspettare ancora per quel sesto Vince Lombardi trophy che la porterebbe al pari di Patriots e Steelers e che manca da metà anni Novanta. Del resto nei pochissimi precedenti in cui due coach si erano ritrovati di fronte la rivincita non si era mai completata. E sfidare questi Chiefs è proprio come incrociare a metà anni Novanta i Chicago Bulls di Jordan: si è inevitabilmente dalla parte sbagliata della storia.
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Sì, c’era anche Taylor Swift
E, vera magia della notte di Las Vegas, siamo arrivati a questo punto dell’articolo senza parlare di Taylor Swift. La cantante fidanzata del tight end dei Chiefs Travis Kelce (protagonista di una clamorosa litigata con coach Reid a inizio gara) ha fatto in tempo ad arrivare allo stadio (si è esibita a Tokyo la sera prima della partita) e si è guadagnata le moltissime, ultrapreviste, inquadrature, dimostrando di vivere con passione e trasporto lo sport del fidanzato. Dolce il finale, con immancabile, attesissimo, bacio.
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E può bastare così per noi, sulle accuse dei complottisti Usa che la vorrebbero pedina, insieme allo stesso Kelce, ai Chiefs e a tutta la NFL, per far ri-vincere le elezioni a Joe Biden stendiamo un velo pietoso. La notte ha dimostrato che le emozioni dello sport sono capaci di sovrastare, almeno per qualche ora, popolarità mediatica e ignoranza.
«Non abbiamo ancora finito»
Godiamoci la leggenda in fieri di questa strepitosa squadra, che possiamo già annoverare tra le più forti della storia. Una dinastia. E come ha detto Mahomes a caldo, quando ancora i coriandoli si stavano posando sul prato: «Non abbiamo ancora finito».