Nebbia Gialla: in tremila al festival, tanti fan in coda per l’autografo
A Suzzara la 18esima edizione di Nebbia Gialla, il festival di letteratura noir e poliziesca, è stata da record.
Circa 3mila appassionati hanno preso parte agli eventi programmati nel corso dei tre giorni della rassegna.
Oltre diecimila le visualizzazioni sui canali di Facebook e YouTube trasmessi in diretta grazie alla regia Tonio service di Carbonara Po.
E ad ogni cambio di programma tra un gruppo di autori e l’altro si sono formate lunghe file nel foyer della sala Dante: il pubblico, infatti, voleva gli autografi sui libri acquistati sulla bancarella della libreria Ulisse.
Da segnalare la presenza dei conduttori della webradio Mikroradio che hanno intervistato tutti gli scrittori della rassegna.
«Siamo davvero soddisfatti della riuscita di questa edizione. Gli stessi scrittori sono stati contenti e per questo vengono volentieri a Suzzara» spiega Paolo Roversi, ideatore e direttore della rassegna. «Peccato - ha aggiunto Roversi - per l’assenza per motivi personali di Maurizio De Giovanni a cui venerdì sera, all’inaugurazione della rassegna con il sindaco Ivan Ongari, abbiamo tributato un applauso con l’intento di poterlo invitare alla prossima edizione».
Intensa anche la mattinata di domenica iniziata con la scrittrice italo-americana Ben Pastor all’anagrafe italiana Maria Verbena Volpi, all’anagrafe statunitense Verbena Volpi Pastor intervistata da Romy Tasca, ex direttrice del Piazzalunga Cultura.
A seguire Rosa Teruzzi e Paolo Roversi intervistati da Ferdinando Pastori che hanno parlato dei loro personaggi: Libera la famosa miss Marple del Giambellino e Radeschi il giornalista hacker alla sua decima avventura in sella al suo “Giallone”.
È stata poi la volta dello scrittore Benjamin Stevenson tradotto dalla bravissima Silvia Benazzi intervistato da Cristina Aicardi che ha raccolto applausi a scena aperta.
L’incontro clou della mattinata è stato quello con Carlo Lucarelli e Stefano Nazzi intervistati da Paolo Roversi.
I due scrittori hanno raccontato il loro modo di registrare i podcast chi descrivendo anche le scene più crude come Nazzi e chi in linea con il suo storico programma Dee Giallo Story, la serie true crime, che Carlo Lucarelli chiama “Il radiodramma di Radio Deejay”.