Esami e visite mediche negli ospedali mantovani: uno su tre sfora i tempi d’attesa

Volete prenotare una delle 66 prestazioni sanitarie tra visite ed esami diagnostici erogate nei tre ospedali dell’Asst? Mettetevi l’anima in pace: in cinquanta casi dovrete aspettare più dei tempi di attesa standard indicati da Regione Lombardia. Il Carlo Poma sfora diciannove volte, con un percentuale negativa del 28%, l’ospedale di Pieve di Coriano diciassette volte su 59 prestazioni (27%) mentre quello di Asola va fuori soglia quattordici volte su 54 prestazioni offerte (26%).

A conti fatti la media è di quasi una prestazione su tre che non rispetta la tempistica dei trenta giorni per le prime visite mediche e dei sessanta giorni per gli esami diagnostici.

Peggio di sei mesi fa

È ancora desolante il quadro delineato dalla rilevazione di febbraio 2024, avvenuta il giorno 7, dei tempi medi di attesa delle prestazioni ambulatoriali erogate nei tre ospedali dell’Asst di Mantova. Rispetto al settembre scorso la situazione è addirittura peggiorata: sei mesi fa le prestazioni che superavano il tetto erano poco più di una trentina.

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Dietro le lunghe attese c’è soprattutto la grave e cronica carenza di personale medico e infermieristico che non consente di tenere il passo tra l’elevata richiesta da parte dell'utenza e la capacità di erogazione delle prestazioni.

La programmazione

Una situazione che la dice lunga sulle aspettative di Regione Lombardia, che meno di un mese fa ha approvato la delibera sugli indirizzi di programmazione 2024, su proposta dell’assessore regionale al welfare Guido Bertolaso.

Tra i principali obiettivi c’è proprio «la programmazione 2024 con l'ottimizzazione dei processi delle liste d'attesa, il lavoro di efficientamento per un maggiore utilizzo delle grandi apparecchiature e l'intensificazione dei controlli per garantire la sicurezza negli ambienti di lavoro».

L’ottimismo di Bertolaso

Nonostante l’attuale quadro mantovano, l’assessore fa sfoggio di ottimismo, dato che solo tre giorni fa parlava così: «Sulle liste d’attesa nella sanità abbiamo già ottenuto dei risultati importanti, perché nel corso dell’anno passato sono state erogate oltre 700mila prestazioni in più rispetto all'anno precedente. Quindi siamo su crescite significative. Quest’anno poi, con le nuove direzioni strategiche, con il nuovo impegno e le nuove iniziative, davvero non dico che entro la fine dell'anno avremo risolto il problema delle liste d’attesa ma sicuramente avremo dato un grandissimo impulso alla soluzione».

Le criticità

Dalla lettura dell’ultima rilevazione del 7 febbraio si scoprono casi eclatanti: il record negativo se lo aggiudica la colonscopia con endoscopio flessibile che, secondo i tempi standard regionali dovrebbe essere erogata al massimo entro sessanta giorni. Nei tre ospedali – Poma, Asola e Pieve di Coriano – in realtà occorre attendere nove mesi e mezzo.

Sul secondo gradino di questo podio alla rovescia si piazza la prima visita di medicina fisica e riabilitazione: ad Asola bisogna pazientare 215 giorni invece di trenta. Meglio al Poma, ma sempre oltre il tetto massimo, dove i giorni di attesa sono 92, mentre a Pieve si scende a 32.

Terza piazza per la prima visita oculistica: al Poma 198 giorni e 117 ad Asola, ma se si corre a Pieve i giorni sono 44. Se invece un paziente ha bisogno di un eco color doppler cardiaca l’attesa è di cinque mesi e mezzo al Poma, che scende a 22 giorni a Pieve mentre ad Asola non è prevista.

Meglio la diagnostica

Le cose vanno meglio nella diagnostica più tradizionale: tempi rispettati per radiografie e Tac. Meno bene per la risonanza, che sfora al Poma mentre rientra nei limiti a Pieve di Coriano.