Modifica il biglietto per entrare gratis a sentire i Måneskin a Lignano: condannato a 4 mesi
Un giovane aveva utilizzato il tagliando di un’amica. Decisivo il video pubblicato su internet poche ore dopo
Sul suo canale Youtube, che conta oggi quasi 2 mila iscritti, si autodefinisce «un vero bricconcello». E i filmati pubblicati a beneficio della propria audience digitale, infatti, lo ritraggono mentre si cimenta in imprese perlopiù estreme, fuori dagli schemi.
Dalla galleria un video è sparito, rimosso dopo l’avvio dell’indagine sfociata in un processo che si è chiuso in tribunale a Udine, con una condanna a 4 mesi per sostituzione di persona.
Il filmato ritraeva, come scritto nel decreto di citazione diretta a giudizio, il trentunenne Simone Baccino, originario di Mariano del Friuli, impegnato a vantarsi di essere riuscito a entrare gratis allo stadio Teghil per il concerto dei Måneskin del 23 giugno di due anni fa. Come? Utilizzando un biglietto intestato a un’altra persona, che secondo l’accusa era stato opportunamente modificato.
Con quel ticket si è presentato ai varchi dell’impianto lignanese: quando l’addetta al servizio di controllo dei tagliandi d’accesso ha passato il biglietto sotto lo scanner del suo palmare, questo si è illuminato di rosso, a segnalare un’anomalia.
Ma l’operatrice - di fronte alla calca e con la necessità di garantire un rapido accesso alle migliaia di giovani che non vedevano l’ora di ascoltare il cantante Damiano e gli altri componenti della rockband italiana - ha soprasseduto, facendo passare Baccino, che ha così guadagnato l’accesso sul prato del Teghil e da lì si è goduto il concerto.
L’addetta, tuttavia, pochi giorni dopo si è imbattuta nel video pubblicato su Youtube, riconoscendo il giovane che l’aveva gabbata. E, d’accordo con la società per la quale prestava servizio, ha deciso di presentare denuncia.
Secondo l’accusa Baccino avrebbe sostanzialmente presentato all’ingresso dello stadio il biglietto nominativo acquistato da un’amica, probabilmente modificandone il nome per non destare troppi sospetti. Un tagliando che era di fatto già stato utilizzato, poco prima, per accedere all’impianto lignanese.
Il giudice monocratico Emanuele Lazzaro ha pronunciato la sentenza di condanna a quattro mesi, con la “non menzione” nel casellario giudiziario.
«Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza – commenta il difensore del trentunenne marianese, l’avvocato Chiara Damiani –. A quel punto valuteremo se presentare appello: abbiamo forti dubbi sulla contestazione della sostituzione di persona».