Bollette fantasma dalla Lombardia e sei utenze attivate in pochi mesi ma la signora è morta da 13 anni
Bollette fantasma agli eredi per contratti della luce attivati dai loro cari da tempo defunti. L’Associazione dei consumatori Adoc segnala due casi, segnalando che si tratta di un furto di identità.
Tredici anni dopo la morte della madre, i figli hanno incominciato a ricevere numerose bollette da un operatore, anche sette in un colpo solo, per sei utenze domestiche, che risultavano attivate dalla defunta in pochi mesi, tra il 2022 e il 2023, in altrettanti comuni della Lombardia.
Luoghi in cui la madre, però, non aveva mai vissuto in vita sua. Eppure, da maggio dell’anno scorso gli eredi, con sbigottimento, hanno iniziato a trovare nella cassetta della posta della defunta fatture e solleciti per un totale di 2 mila euro.
Il caso, emblematico, è stato appena risolto attraverso le vie legali, dopo un percorso a ostacoli, tra reclami e raccomandate, invii e re-invii del certificato di morte della pordenonese e, infine, una denuncia in procura per furto di identità. Solo a fronte di tale atto, il gestore «ha accolto la richiesta di annullamento delle fatture. Ma non è dato sapere chi siano i furbetti lombardi, che hanno tentato di ottenere l’erogazione dell’energia elettrica a scrocco, utilizzando nome, indirizzo e codice fiscale della donna» ha puntualizzato l’Adoc in una nota.
L’associazione di tutela dei consumatori ha messo in campo l’ufficio legale invece per risolvere un secondo caso, «che testimonia ulteriormente quanto ci potrebbe capitare a nostra insaputa e anche le difficoltà che si incontrano nel rapportarsi con le aziende fornitrici».
G.G., di Cordenons, ha ricevuto una bolletta da 4.352 euro. Un operatore gli ha contestato l’attivazione non autorizzata della fornitura di energia dal 16 dicembre 2021. Peccato però che in quella data non fosse ancora il proprietario dell’abitazione indicata nella fattura: l’ha infatti acquistata successivamente, come da rogito notarile.
Dopo il rogito ha sottoscritto il contratto di fornitura tuttora attivo con un altro gestore. Il precedente gestore, però, «nonostante i reclami via pec e la produzione di atti – ha rimarcato l’Adoc – non recede e risponde sbagliando il nome dell’utente e anche il numero di Pod. E quando le viene fatto notare che potrebbe trattarsi di uno scambio di persona, poiché il nome che cita è quello del vecchio proprietario dell’abitazione, si scusa, ma poi ripete l’errore e sollecita il pagamento a G.G».
L’Adoc ha aggiunto che la società di distribuzione, in un sopralluogo a luglio a casa di G. G. ha scritto: «Non c’è stata alcuna manomissione dell’interruttore» e «Il prelievo non autorizzato è determinato da un’anomalia alla bobina di sgancio dell’interruttore magnetotermico». L’illecito, dunque, non c’è stato, ma le bollette fantasma continuano. Per contro, pochi giorni fa si è materializzata un’ingiunzione per conto di un’agenzia di recupero crediti: se ne occuperà l’ufficio legale di Adoc.