Al Friuli l’Udinese spaventa l’Inter, ma si arrende nei minuti di recupero
foto da Quotidiani locali
UDINE. È nerazzurra e beffarda la notte del Friuli. L’Udinese subisce il gol della vittoria dell’Inter al 95’ dopo aver accarezzato l’idea di far saltare i favori del pronostico con i propri guastatori, visto l’attacco svuotato dalla squalifica di Lucca e dalle assenze: Davis alle prese con gli acciacchi a un polpaccio e Brenner neppure in panchina per onor di firma.
Mister Cioffi ha provato ad affidarsi a chi gli era rimasto di riserva, evitando la titolarità di Success e preferendo, di conseguenza, Thauvin e Pereyra in posizione avanzata, con Samardzic pronto ad aggiungersi, una soluzione che ha finito per sbattere contro il muro dell’Inter, collaudato per reggere a ben altre sollecitazioni, quelle dell’alta classifica, quelle da Champions.
Con questi presupposti è difficile venire a capo dell’enigma tattico proposto con sapienza da una squadra che deve solo contare i giorni per arrivare a festeggiare lo scudetto della seconda stella, visto che dopo il posticipo allo Stadio Friuli - Bluenergy Stadium è tornato a essere +14 sulla prima inseguitrice, il Milan, a sette giornate dalla fine con il derby della Madonnina in programma il 22 aprile.
Nulla ha potuto la forza della disperazione, il carburante dell’Udinese impegnata nella rincorsa salvezza che ha permesso ai bianconeri una partenza tutt’altro che timida, seppur senza grandissimi squilli di tromba, se si esclude un pallone recuperato dal “Tucu” sulla trequarti sfruttato però malissimo dal capitano che ha provato ad accentrarsi per il tiro invece di favorire l’inserimento di Samardzic.
Dall’altra parte poco prima della metà della frazione iniziale il destro di Calhanoglu che costringe Okoye, monumentale, alla parata in tuffo per mettere in corner, intervento bissato alla mezz’ora sempre sul turco.
I bianconeri propongono Ehizibue sulla fascia destra e, a sorpresa, Kristensen nel terzetto difensivo, mentre in mediana c’è spazio per Zarraga da interno, non per Lovric, ma la proposta di gioco non decolla.
Ci vuole un’azione estemporanea per cambiare l’equilibrio della partita. Kamara recupera, Pereyra smista a destra, Samardzic si allarga per recuperare il pallone e fa partire un tiro cross rasoterra che tutta la difesa interista, compreso il portiere Sommer, giudica sbagliando fuori dallo specchio: 1-0.
Nella ripresa l’Inter riparte di gran carriera per annullare il vantaggio. Prima un gol annullato per fuorigioco millimetrico di Carlos Augusto, poi l’azione del rigore, con Okoye in uscita a valanga su Thuram e la trasformazione di Calhanoglu.
Comincia la volata finale da cuori forti. Con relative rotazioni: in bianconero fuori Ehizibue, Samardzic, Kamara e Zarraga, dentro Ferreira, Lovric, Zemura e Payero. Ma Lovric dura pochissimo: esce in barella vittima di un infortunio, al suo posto Ebosele.
In pieno recupero gli episodi chiave: fallaccio di Lautaro proprio su Ebosele, l’arbitro Piccinini ammonisce l’argentino e nell’azione successiva lo stesso Lautaro centra un palo interno dal limite: sul rimbalzo si avventa Frattesi per il 2-1 che fa esplodere la consistente fetta di tifo interista che si lascia andare a una festa da Carvenale di Rio tra «Vinceremo il tricolor» e «Serie B, serie B».
I bianconeri restano infatti nell’occhio del ciclone, seppur ancora a +2 dalla zona retrocessione che parte dal Frosinone e prosegue con il Sassuolo (+3) e termina con la Salernitana (+13). In mezzo c’è anche il Verona (+1), a pari punti l’Empoli, ma non possono dormire sonni tranquilli neppure Cagliari (Udinese a -2) e Lecce (-1).
Insomma, un’autentica ammucchiata con sette squadre nell’arco di 5 punti. Conterà il calendario? Anche. Quello dell’Udinese prevede adesso la Roma in casa, poi lo scontro diretto di Verona. —
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