Nobile ritorna a casa: «Una partita speciale, l’Old Wild West è un pezzo di cuore»
foto da Quotidiani locali
UDINE. Vittorio Nobile torna al Carnera, per la prima volta da avversario. Suona strano solo a dirlo, figuriamoci domani sera quando lo vedremo in campo con una divisa diversa da quella bianconera. Otto anni insieme, con la parentesi del prestito a Reggio Calabria, non si dimenticano e per “Vito” da Basiliano sono giorni di stordente emozione.
Nobile, come sta dopo il lungo infortunio alla caviglia?
«Mi sono ripreso, ormai sono quasi allo stesso passo dei compagni. Ovviamente serve tempo per essere al top, ma posso dire di sentirmi bene sia in allenamento che in partita».
Che effetto le fa sapere di tornare da avversario al Carnera?
«Appena ho finito la partita precedente contro Cento ho pensato che sarebbe arrivata una settimana particolare, emozionante. Dal punto di vista cestistico, noi di Rieti sappiamo che sarà dura, l’Apu è forte ed è seconda in classifica. Ce la giocheremo con umiltà».
Sta ricevendo molti messaggi da Udine?
«Sì, già dalla settimana precedente. Sono tutti messaggi belli, li leggo con piacere. A fine stagione tornerò in Friuli e passerò a salutare tutti gli amici».
Il primo risultato che chiede dopo una partita è quello delle rivali di Rieti o quello di Udine?
«In realtà ai risultati degli altri campi ci penso il giorno dopo, con calma. In questo periodo si fa un po’ di “fantabasket”, cercando di capire quale sarà la nostra avversaria ai play-off, ma in genere guardo di più come vanno le cose nel nostro girone».
Cosa pensa dell’Apu di quest’anno?
«Al completo è molto competitiva, a maggior ragione con l’ultimo innesto di Cannon. A parte Trapani, che forse ha un roster superiore anche a squadre che hanno vinto il campionato nelle stagioni precedenti, vedo proprio Udine e Forlì, che è molto compatta. Ovviamente i play-off faranno storia a sé. Nel mese e mezzo di post season contano molto eventuali infortuni e le tattiche».
Qual è la partita con l’Apu che ricorda più volentieri?
«Ce ne sono parecchie. I derby contro Trieste, in particolare quello vinto dopo due overtime a casa loro, ma anche la partita al PalaDozza in cui feci una grande prestazione individuale. Nell’album dei ricordi metto anche le finali, sia quelle vinte che quelle perse: mi hanno fatto crescere molto, stando nel gruppo ho imparato che cosa fare e che cosa dire nello spogliatoio».
Qual è invece la partita che vorrebbe rigiocare?
«Gara quattro della finale play-off persa con Napoli. Ricordo che non mi entrò una tripla chiave nel finale. Cito anche gara tre e gara quattro di finale play-off con Verona, che non giocai per il turnover».
C’è un coach del periodo Apu a cui è più legato?
«Quando ero giovane Lardo mi ha dato l’imprinting iniziale del viaggio, in pratica mi ha iniziato al percorso da professionista. Poi ci metto Boniciolli e la sua “garra”, il darci dentro ogni giorno. Ramagli l’ho avuto per poco a causa della pandemia, ma lo considero un grande tecnico e una grande persona. Sia chiaro che citando loro non voglio togliere nulla agli altri».
Chi andrà a salutare per primo?
«Gli amici di sempre e tutti quelli dell’Apu che sono rimasti. A iniziare da Pedone, il presidente che ha creduto in me».
Rieti dove vuole arrivare?
«Stiamo costruendo, c’è un presidente ambizioso e un grande coach come Rossi. L’obiettivo play-off è raggiunto, ora ci divertiamo».
Lo sa che forse affronterete Trieste al primo turno?
«Sarebbe divertente. Vado via da Udine e tac, becco proprio loro. Fa sorridere la cosa…