Meduno, lo stadio non si può ristrutturare: al Catasto è intestato a privati
MEDUNO. Riqualificare l’area del campo sportivo è una delle priorità dell’esecutivo di Meduno, ma c’è una questione annosa ancora da risolvere legata all’acquisizione dello spazio su cui è stato costruito, che al catasto figura ancora a nome dei vecchi proprietari. Un problema al quale l’amministrazione sta lavorando da tempo e che rappresenta condizione necessaria per poter dare gambe ai successivi progetti di adeguamento e ammodernamento.
A spiegare lo stato dell’arte è il vicesindaco Paolo Borsoi. «Appena insediati, cinque anni fa, abbiamo subito iniziato a valutare una riqualificazione dell’area del campo sportivo, esigenza improrogabile dal momento che mostra i segni del tempo e che da anni i componenti della Polisportiva Valmeduna attendono, senza mai ottenere risposte concrete dalle precedenti amministrazioni – ha spiegato –. Abbiamo però riscontrato che i terreni dove sorgono il campo sportivo, gli spogliatoi e il chiosco sono formalmente iscritti a catasto a nome dei vecchi proprietari e dei loro eredi. Si è dovuto pertanto ricostruire tutta la storia, che risale a inizio anni Settanta: un lavoro lungo e non esente da difficoltà, che ha avuto un ulteriore rallentamento a causa della situazione emergenziale legata alla pandemia. Soltanto superando questo ostacolo si potrà pensare all’ammodernamento del campo sportivo, concepito circa cinquant’anni fa, per renderlo pienamente agibile e fruibile dai medunesi».
Borsoi ha precisato che «sarà importante realizzare quest’opera continuando nel virtuoso percorso di ridurre il debito, senza accendere nuovi mutui (l’ultimo nel 2012), ma andando a caccia di fondi diversi da quelli delle casse comunali, quindi europei, ministeriali e regionali. Si permetterà, in questo modo, di dotare il paese – ha proseguito il vicesindaco – di spazi e servizi senza pesare sui conti del Comune».
Un progetto che si lega anche a obiettivi green. «Vogliamo continuare nel solco di quell’impegno green avviato con l’ammodernamento della pubblica illuminazione, con sostituzione di vecchi corpi illuminanti con nuove lampade a led – ha concluso –, consapevoli di doverci approcciare sempre più e meglio nel tutelare il territorio, strizzando l’occhio a un risparmio economico non fine a se stesso, ma a impatto zero sull’ambiente».