Udinese, adesso sono guai: a Verona perde lo scontro diretto per la salvezza
I bianconeri subiscono ancora una volta nel tempo di recupero. Oggi con una vittoria di Frosinone e Sassuolo può ritrovarsi in zona retrocessione
Adesso sono guai. L’Udinese crolla di nuovo come Dorando Pietri, con il traguardo all’orizzonte, prende gol dal Verona in pieno recupero anche nella gara di ritorno e perde uno scontro diretto per la salvezza in modo sanguinoso.
La tattica non ha avuto un ruolo marginale nel quadro di novanta minuti bollenti, a dispetto dell’aria frizzante che tirava ieri sullo stadio Bentegodi, non soltanto in senso meteorologico, vista l’affluenza all’impianto veronese, con oltre 26 mila biglietti venduti, di cui 1.400 dal Friuli per una gara di fondamentale importanza.
Un’importanza accresciuta dal risultato piombato sulle due squadre a meno di un’ora dal calcio d’inizio: la vittoria dell’Empoli sul Napoli, una delle tre squadre a quota 28 prima di questa giornata assieme a Verona e Udinese.
Praticamente una condanna emessa nei confronti della squadra che sarebbe uscita perdente in terra scaligera. Lasciare tutti i tre punti all’avversaria di diretta avrebbe creato un “buco” – da 28 a 31 – prima degli impegni odierni di Sassuolo (col Lecce) e del Frosinone (a Torino).
D’accordo, l’Udinese ha ancora da giocarsi il “jolly” dei 19 minuti (più recupero) contro la Roma, giovedì sera, partendo dall’1-1, ma non si tratta comunque di una garanzia per muovere la classifica, vista la competitività romanista.
Davanti a questo quadro Cioffi ha scelto comunque di non rinunciare al doppio trequartista, schierando Samardzic accanto a Pereyra alle spalle del centravanti per un 3-4-2-1 retto a centrocampo da due mediani, Walace e Payero.
Una scelta che paga decisamente fin dall’avvio, grazie alla vivacità d Lucca che ha sfruttato l’assenza dell’ultimo minuto in casa gialloblù, quella del polacco Dawidowicz, roccioso centrale destinato a prendersi cura del “duemetri” bianconero.
Al suo posto Coppola che fa una fatica del diavolo, tanto Lucca ha l’occasione più ghiotta: gira verso la porta di Montipò come un giocatore di calcetto, di prima intenzione, trovando pronto il portiere veronese, felino nella respinta.
Nel primo tempo, insomma, c’è più Udinese: le statistiche (5 tiri contro 3), non dicono tutto, anche se raccontano dell’aggressività (11 falli contro 6) con la quale la squadra di Baroni riesce a tenere la gara in equilibrio per poi mettere fuori la testa con il palo di Noslin. Ma dopo l’intervallo i bianconeri si esibiscono in almeno tre “impennate” che avebbero meritato almeno il gol del vantaggio.
Un tiro di Lucca alto su colpo di tacco smarcante di Samardzic, un “liscio” di Ehizibue e un colpo di testa di Bijol che, su calcio d’angolo, mette sul fondo a portiere battuto.
Il pallino è nelle mani dell’Udinese. Per rubarle l’inerzia Baroni inserisce Bonazzoli al posto di Dani Silva. Il suo 4-2-3-1 diventa più offensivo: prima corre il rischio di andare sotto (ma il gol di Pereyra su lancio di Samardzic è in fuorigioco), ma poi si guadagna il possibile colpo da ko sul piede di Cabal.
La partita è “rotta”, pagano soprattutto gli strappi e Ehizibue diventa protagonista. Taglia in diagonale per bruciarla, ma viene pescato in fuorigioco.
Riceve un traverso dalla sinistra e conclude d destro, trovando Coppola a fare da schermo alla porta veronese.
Quindi resta a terra in preda ai crampi e Cioffi effettua a sua volta al primo cambio: dentro Joao Ferreira.E il finale è ancora un volta per cuori forti. I battiti salgono a dismisura sulla punizione del neo-entrato Duda che pesca la testa di Folorunsho: traversa.
Entra Success. Mossa inutile. Utile solo per il Verona che calcia il corner della disperazione senza i due metri di Lucca in mezzo all’area, lì trova il placido nigeriano che neppure salta per schermare la traiettoria che beffa Bijol e finisce una testa di Coppola per il gol della vittoria.
Potrebbe essere quello della salvezza e della retrocessione dell’Udinese.