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Messaggero Veneto
Апрель
2024

Alienoid, al Far East Film Festival atterra la fantascienza

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Alienoid, al Far East Film Festival atterra la fantascienza

foto da Quotidiani locali

UDINE. Fin dagli esordi nella fantascienza la contaminazione dei generi ha sempre prodotto risultati curiosissimi. Facciamo qualche esempio? Negli anni Cinquanta, nei doppi spettacoli dei drive-in e nelle maratone televisive di Halloween, abbiamo spesso assistito ad invasione di alieni maligni o blob extraterrestri affiancati a creature di Frankenstein o a vampiri vari.

Ma è anche nei B-movies degli anni Ottanta (ne citiamo uno, Dimensione terrore di Fred Dekker, del 1986) che horror e fantascienza di mescolano spesso, mettendo assieme alieni invasori, viscidi parassiti, zombi e morti viventi. Spesso declinati tra horror e commedia.

Ma la contaminazione della fantascienza ha toccato anche altri generi cinematografici come il western. Un esempio, in tempi più recenti, è Cowboys & Aliens, un film del 2011 diretto da Jon Favreau con due grandi star, Harrison Ford e Daniel Craig, che mescolava un'ambientazione western e elementi fantascientifici. E per questo esperimento è stato anche coniato un termine, fantawestern.

Ora è la volta dell’Estremo Oriente a portare sullo schermo una saga che mette assieme azione, storia, fantascienza e fantasy, saltando anche fra due piani temporali molto doversi tra loro: l’epoca della dinastia Goryeo e i giorni nostri.

Accade nei due episodi di Alienoid (sul grande schermo del Giovanni da udine, il primo nella mattinata, alle 11.05, il secondo nel primo pomeriggio, alle 14.30) e ci ha pensato il regista Dong-hoon Choi, che sarà ospite del festival udinese martedì 30, alle 11.45, come protagonista del talk South Korean Fantastic Cinema, assieme a Ahn Soo-hyun, producer, Jang Jae-hyun (regista), Kim Young-min (produttore), Yeon Je-gwang (regista), Jeong Su-kyo (attore), Lee Ju-seung (attore), moderati da Darcy Paquet.

Tutto è iniziato nel 2022, con il primo film della saga. La trama? Una porta del tempo si apre per lo spadaccino che vuole impadronirsi della leggendaria spada divina alla fine della dinastia Goryeo e per coloro che inseguono un prigioniero alieno intrappolato in un corpo umano nel 2022.

Poi è stata la volta di Alienoid: Return to the Future, che riprende il tema e lo sviluppa. Un’altra trama intricata: qui il protagonista è bloccato nel passato mentre cerca di impedire a un prigioniero alieno di fuggire da un corpo umano. Dopo molti ostacoli, trova una nuova arma che può aprire una porta del tempo. Nel frattempo, l’uomo è confuso da una strana presenza dentro di lui.

Anche altri personaggi sono coinvolti nella ricerca di una spada divina, mentre molte persone stanno morendo a causa di una sostanza aliena chiamata Hava. Ed è solo l’inizio. Con un tempo limitato rimasto, il protagonista apre la porta del tempo e ritorna al presente per combattere gli alieni e salvare il mondo.

I primi due capitoli, Alienoid Part One e Alienoid: Return to the Future, saranno distribuiti in Italia da Minerva Pictures con Full Action Channel su Prime Video e The Film Club.

Ma prima approdano a Udine. Proprio al Feff, non a caso, lo stesso Choi Dong-hoon aveva già presentato quattro dei suoi lavori: il thriller Tazza - The High Rollers (2006), che Choi ha personalmente accompagnato a Udine, il fantasy Woochi (2009), il blockbuster The Thieves (2013) e la spy story Assassination (2015). Una lunga consuetudine che adesso, appunto, si rinnova e che riporterà il regista sul palco del festival, oggi e domani, a presentare la seconda parte della saga.

La presentazione di Alienoid vedrà invece sul palco anche Lorenzo Bertuzzi del Trieste Science+Fiction

Choi Dong-hoon è considerato uno dei registi di maggior successo del cinema coreano contemporaneo, con tutti i suoi primi cinque film che sono diventati dei successi commerciali: The Big Swindle aveva attirato oltre 2 milioni di spettatori, Tazza: The High Rollers ben sei miloni, Jeon Woo-chi: Il Mago Taoista altrettanti, I Ladri e Assassionio addirittura 12 milioni Basterebbero queste cifre a intuire l’apprezzamento in patria per il cineasta coreano.

Che in questa saga mescola vorticosamente fantascienza, fantasy, thriller poliziesco, commedia, melò e azione. «È una convergenza del mondo occidentale e orientale – ha raccontato il regista in una recente intervista – . Naturalmente, il lato orientale, lo conosco abbastanza bene. Volevo mostrare il mondo dei musicisti Tao coreani e tutto questo mondo fantastico.

Per quanto riguarda il mondo occidentale, direi che mi sono ispirato ai film di fantascienza degli anni '80 come Terminator, Ritorno al futuro e Alien, e anche ai film di serie B di Hollywood degli anni '50 come L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel». —











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